Il ponte di Archimede è un tunnel galleggiante con un sistema di collegamento sottomarino che potrebbe cambiare la transitabilità dell’autostrada E39 in Norvegia. La stessa è lunga più di 1000 km, è situata sulla costa occidentale frastagliata di fiordi e collega le città di Trondheim e Kristiansand, arrivando fino in Danimarca.

Il ponte è una struttura tubolare di cemento posta al di sotto dei 30 metri dal livello dell’acqua e non poggiata sul fondale. Esso consentirà di collegare e ridurre i tempi di viaggio nel Paese, molto lunghi perché i numerosi fiordi frastagliano la costa. 5,3 milioni di cittadini che vivono lungo la costa otterranno benefici e il 50% delle merci esportate fuori dal Paese transiteranno più rapidamente. Secondo gli esperti, i vantaggi ambientali saranno minimo impatto visivo e zero inquinamento acustico a favore della fauna locale. Per minimizzare i rischi di incendio, è stata brevettata una soluzione modulare e due tunnel contigui.

Inoltre, sarebbe il primo ponte di Archimede al mondo la cui fattibilità è stata pensata già nel 1882 dall’architetto navale Edward Reed, che lo propose per collegare il canale della Manica, all’epoca irrealizzabile per le limitate conoscenze tecnologiche. La Norvegia, però, amando l’idea, l’ha brevettata nel 1923.

A guidare il progetto dell’opera scandinava per la Norwegian Public Roads Administration (NPRA), l’ingegnere italiana di origini comasche Arianna Minoretti, 39 anni, assunta dal governo norvegese nel giro di un mese dopo avere risposto a due bandi pubblici.

Grazie al lavoro del team dell’ingegnere Minoretti, il progetto, precedentemente accantonato, potrebbe essere realizzato anche per lo stretto di Messina (proposto nel 1969 dall’ingegnere inglese Alain Grant) e il lago di Como.