Attualmente, nel Paese scandinavo sono presenti 35 impianti, per un totale di 610 turbine eoliche operative e 1.695 MW di potenza installata, per una produzione stimata di circa 5,3 TWh l’anno (dati di fine 2018). Altri 1,8 GW sono già in fase di costruzione. Ovviamente la fonte numero uno resta l’idroelettrico che attualmente fornisce il ben il 94% dell’energia elettrica norvegese.
Dato che gli investimenti nel settore eolico sono al massimo storico e i costi di tecnologia ed elettricità sono in diminuzione, la Norvegia ha intenzione di sfruttare al massimo i suoi venti. Affinché lo sviluppo tenga conto anche degli impatti sociali e ambientali, il Governo ha incaricato la Norwegian Water Resources and Energy Directorate (NVE – autorità norvegese per l’energia e le risorse idriche), della redazione della proposta per un quadro nazionale dell’eolico a terra. Trattasi di una revisione per identificare le aree sul territorio più adatte ad accogliere le nuove turbine, non di un piano di sviluppo vero e proprio.
Infatti, a partire dalle 43 zone originali segnalate dal Governo, l’Authority ha identificato 13 aree, per un totale di 16.705 chilometri quadrati di territorio a disposizione dei nuovi parchi eolico onshore. Il lavoro ha recepito anche i contributi dei gruppi di interesse e dalle autorità nazionali, locali e regionali. La proposta è stata consegnata il 1° aprile 2019 al Ministro dell’Energia e a quello dell’Ambiente.
Tenendo conto di vari indicatori, NVE ha presentato anche 21 relazioni tematiche che descrivono come gli aerogeneratori impattano sul territorio, sulla fauna (con menzione a renne selvatiche ed uccelli) e sul turismo.