La decisione che ha preso il regno norvegese, e tutta la compagine scandinva, di allontanarsi dall’uso dei combustibili fossili ha preso piede anche in Europa con un grande impatto per la finanza globale.

Ad Oslo, il 13 Dicembre, si è chiuso l’incontro a favore si una sostenibilità ambientale maggiore per quelle compagnie attive nell’estrazione e nella lavorazione del petrolio. Sono duecento i grandi investitori mondiali che hanno deciso di firmare l’appello, minacciando di ritirare i propri fondi dai pacchetti azionari di Exxon Mobil, Gazprom, China Petroleum and Gas, ed altri ancora, qualora questi non si adeguino a quanto deciso.

Questi grandi investitori (tra cui Amundi, Legal & general investment management, Aegon ed altri ancora) si rivolgono alle cento società più inquinanti, sostenendo quanto detto da Anne Simpson, direttrice degli investimenti a California public employees´retirement system, “vogliamo chiedere a quelle companies di tagliare le emissioni e di ridurle, in linea con gli obiettivi fissati dagli accordi di Parigi”.

Sempre secondo la Simpson, tutto ciò significherebbe una riduzione di circa l’80% entro il 2050. Tra i vari colossi, Exxon Mobil ha già ceduto alle pressioni rispettando quanto richiesto e cominciando a pubblicare proprie analisi sull’impatto ambientale del proprio operato e sulle strategie da poter implementare per limitare l’inquinamento globale.