Attraverserà la montagna e darà slancio a turismo e commercio. In arrivo anche il primo “tunnel sospeso” per veicoli. Dimezzerà i tempi di percorrenza, il progetto è di una ingegnere italiana.
di Andrea Nardini
La Norvegia ha un debole per i tunnel e vanta già il primato della galleria stradale per veicoli più estesa e moderna del mondo, il “Laerdalstunnelen”, che lungo i suoi 24,5 chilometri ha piazzole di sosta e ricreazione scavate nella roccia, dove si respira aria pura filtrata da un avveniristico impianto di depurazione. Ma mai nessuno aveva pensato di far passare una nave dentro una montagna. Almeno fino a quest’anno. E’ notizia recente infatti che la Norvegia ha approvato la costruzione di “Stad”, un tunnel sottomarino per le navi, per collegare i fiordi e alleggerire il traffico marittimo del lato occidentale della Norvegia (Fonte: http://www.kystverket.no/en/AboutKystverket/Stad-Ship-Tunnel-project/) .
Qui ci sono ben 1.190 i fiordi: pittoreschi e bellissimi, a causa della loro conformazione particolarmente frastagliata sono però difficili da attraversare. Basti pensare che oggi per raggiungere Trondheim da Kristiansand, passando dal Sud al Nord della Norvegia, è necessario prendere ben 7 traghetti, per un viaggio di 21 ore e un percorso di 1.100 chilometri. Il governo è nell’ultimissima fase di valutazione della fattibilità del progetto, che richiederà un investimento di circa 250 milioni di euro e ridurrà il viaggio a sole 10 ore, meno della metà del tempo rispetto a quello necessario oggi per coprire la stessa distanza.
Nel punto più stretto della penisola si costruiranno quindi due dighe provvisorie, indispensabili per arginare l’acqua del mare durante i lavori e si comincerà a scavare un tunnel largo 36 metri e alto 49 dalla base al tetto. Quando le dighe saranno abbattute, l’acqua lo invaderà per una profondità di 12 metri, la stessa del canale di Panama, sufficiente a fare transitare traghetti e navi fino a 20.000 tonnellate. Tutto in nome della sicurezza. Il tratto di mare tra i fiordi di Bergen e Alesund, nella zona in cui si incontrano il mare del Nord e il mare del Sud norvegesi, è, infatti, famoso per la sua pericolosità che rende quasi impossibile la navigazione per circa 100 giorni all’anno. Basti pensare che solo nel periodo compreso dalla fine della Seconda Guerra mondiale a oggi si sono verificati 46 naufragi. Così nasce l’idea dello Stad tunnel, di cui in Norvegia si parla già dal 1874 quando per la prima volta un giornale locale affrontò l’argomento, svegliando l’interesse dell’opinione pubblica.Altro elemento che incentiva la costruzione del tunnel e la lunghezza della circumnavigazione della penisola di Stad che non rende efficiente il trasporto navale tra i due fiordi che la circondano e che favorisce invece il trasporto stradale più inquinante. Il tunnel risolverebbe quindi due problemi: pericolosità e inquinamento.
I progettisti stimano che per realizzarlo sarà necessario rimuovere circa 3 milioni di metri cubi di materiale roccioso, equivalenti a circa 7,5 milioni di tonnellate. Lo scavo sarà realizzato in buona parte utilizzando trivelle e cariche esplosive, quindi in modo convenzionale. I lavori dovrebbero richiedere tra i 3 e i 4 anni di scavi per portare a termine la realizzazione del tunnel, che dovrà essere accompagnato da porti e infrastrutture ai due sbocchi per gestire il traffico marittimo. Tra le ipotesi allo studio c’è anche quella di realizzare, oltre al tunnel sottomarino, anche un ponte ad arcata unica lungo tre volte il Golden Gate di San Francisco con torri di supporto alte come la Torre Eiffel. Il governo di Oslo ha già approvato il progetto dello Stad Skipstunnel e ha fatto sapere che i lavori potrebbero terminare nel 2023. Il tunnel collegherà il fiordo di Moldefjorden con la baia di Kjødepollen.
La compagnia specializzata nel percorso costiero lungo i fiordi norvegesi, è attiva sin dalla fine del 1800 e offre oltre a quello passeggeri anche servizi per il trasporto roll on / roll off, celle frigo, stivaggio di merci su pallet, trasporto auto. Ciò permetterà di dare quindi slancio anche al commercio, grazie anche alla maggior velocità di consegna della merce.
Ma se pensate che le novità siano finite sbagliate. La Norvegia costruirà un ponte sommerso per veicoli che unirà i fiordi norvegesi grazie a un progetto fantascientifico da oltre 25 milioni di dollari. Una notizia che riempi d’orgoglio anche l’Italia: a capo di questa futuristica opera c’è infatti Arianna Minoretti, giovane ingegnere civile comasca arruolata dal governo norvegese per studiare la fattibilità del progetto.
Grazie a questo tunnel le tempistiche della mobilità si dimezzeranno, senza deturpare minimamente il paesaggio. Si tratta infatti della costruzione delle prime “strade sottomarine galleggianti” della storia, che potrebbero essere operative tra poco più di un decennio. I “tunnel sospesi” saranno realizzati in base al principio di Archimede, quindi agganciandoli a una serie di piattaforme galleggianti, senza bisogno di piloni che li sostengano dal fondo del mare, che nei fiordi più ampi può essere profondo anche più di un chilometro. Il progetto è sostenuto da molte amministrazioni locali, che vedono potenzialità per il turismo. Attraversa infatti sette fiordi norvegesi, compreso il SogneFjord, il più famoso del Paese ( nonché il secondo al mondo per lunghezza).
In questo modo gli oltre 1000 chilometri che separano il porto meridionale di Kristiansand da Trondheim (circa 20 ore di viaggio via gomma attraverso strade e traghetti che si arrampicano sulle sponde dei fiordi) verranno sostituiti da percorsi molto più brevi e molto più comodi, soprattutto per il meteo avverso che viaggiando all’aria aperta metterebbe altrimenti gli automobilisti e gli autotrasportatori in balìa del vento, della pioggia e della neve. La profondità di 30 metri permetterà alle navi in transito di non subire modifiche alle loro rotte e di poter quindi continuare a transitare.
Se il progetto supererà tutte le norme di sicurezza, il primo tunnel galleggiante dovrebbe collegare le località di Oppedal e Lavik, attraversando il Sognefjord, poco più a Nord di Bergen: questa prima opera avrebbe una lunghezza complessiva di circa 4 chilometri, con 16 piattaforme galleggianti di sostegno. “I norvegesi sono abbastanza abituati ad andare sott’acqua in galleria”, spiega Kjersti Kvalheim Dunham, che sovrintende alla riorganizzazione del percorso della E39. La Norvegia, infatti, ha già 1.150 gallerie, di cui 35 sottomarine. Il futuro, qui, è già